| elettromagnetismo - Elettrostatica | |||||||||||||||||||||||||||||||
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| Accendilume elettrico |
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| Datazione: Antecedente 1818 Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina M | |||||||||||||||||||||||||||||||
| Descrizione Funzionamento: spiegazione - verifica Testi&Curiosità | |||||||||||||||||||||||||||||||
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Questo dispositivo fu inventato nel 1777 circa da Alessandro Volta (1745 - 1827) nel contesto degli studi sui gas (Pistole di Volta) ed è l'antenato del moderno accendino, visto che ne condivide il principio di funzionamento (incendiare un gas tramite scintilla per permettere di accendere altri corpi).
Il gas infiammabile utilizzato era l'idrogeno, che veniva prodotto facendo reagire l'anello di zinco con una soluzione acquosa di acido solforico che riempiva parzialmente sia il vaso sottostante che il recipiente superiore passando per il suo collo. La pressione del gas prodotto faceva risalire la soluzione nel contenitore superiore abbassandone il livello in quello inferiore fino a quando il pezzo di zinco non era più bagnato, il che faceva arrestare la reazione chimica.
Entro il cassetto era presente un elettroforo che veniva caricato una volta ogni tante accensioni. Aprendo il rubinetto si solleva il filo d'ottone collegato al piatto dell'elettroforo (il quale si staccava dall'isolante) e si portavano una di fronte all'altra le due punte d'ottone del sistema d'accensione. Tale sistema altro non era che uno spinterogeno. Tra le punte dello spinterogeno scoccavano delle scintille che incendiavano l'idrogeno, producendo una fiammella che a sua volta accendeva la candela. Per la verità si deve segnalare che la candela è una aggiunta al modello originale dei costruttori di strumenti di fisica dei primi dell'800.