Dal principio di funzionamento di un galvanometro semplice emerge che un simile strumento presenta un inconveniente non da poco e cioè il fatto che esso non è schermato nei confronti del campo magnetico terrestre, per cui sull'ago, al momento del passaggio della corrente, agiscono due campi magnetici, quello dell'elettrocalamita e quello terrestre. Ciò comporta un'imprecisione nella misurazione che varia a seconda della reciproca direzione fra il campo magnetico terrestre e quella dell'ago in condizioni di zero.
Per eliminare l'azione del campo magnetico terrestre si può schermare lo strumento con un rivestimento di ferro dolce (schermo magnetico) oppure realizzare il sistema astatico di Leopoldo Nobili (1784 - 1835), l'inventore del galvanometro di precisione. Un tale strumento adotta gli stessi criteri costruttivi di base del galvanometro semplice, ma apportandovi alcune modifiche. Al posto di un singolo ago ce ne sono due i quali formano il cosiddetto sistema astatico, in grado da un lato di eliminare l'azione di disturbo del campo magnetico terrestre e dall'altro di raddoppiare invece la coppia prodotta sugli aghi dall'elettrocalamita.
Oltre che per la determinazione quantitativa dell'intensità di corrente che circola in un circuito dalla lettura dell'angolo di deflessione, il galvanometro poteva anche essere utilizzato per rilevare il semplice passaggio di corrente: la deviazione dell'ago calamitato permetteva di dare un giudizio in merito. Lo sviluppo delle tecniche costruttive permise di ottenere strumenti sensibilissimi, sia per la rilevazione qualitativa del passaggio di corrente in un circuito elettrico che per la misura d'intensità di corrente (ovviamente con sensibilità così alte si adottavano galvanometri astatici).
E' importante sottolineare che all'epoca i galvanometri astatici costruiti da Leopoldo Nobili furono degli strumenti veramente eccezionali e innovativi. L'acquisto di un simile apparecchio dall'inventore rappresentò un vero e proprio "investimento scientifico" voluto dal Liceo per star al passo con le nuove scoperte e con i nuovi apparati di laboratorio in cui esse venivano applicate. Quanto detto trova conferma nel fatto che tra gli anni in cui si ebbero l'esperienza di Oersted (1820) e l'invenzione dell'elettrocalamita ad opera di Sturgeon (1825) e l'anno in cui fu inventariato lo strumento (1832/33) intercorre un lasso di tempo molto breve. Addirittura brevissimo, se si considera che esso comprende sia la diffusione di queste sensazionali scoperte tra gli scienziati (cosa certamente non rapida per l'epoca) sia la loro applicazione in uno strumento per la misura di una grandezza fisica, con tutti i problemi legati a quest'ultimo aspetto.
Da un punto di vista didattico il galvanometro, sia semplice che astatico, ha un enorme valore dimostrativo poiché in esso coesistono vari fenomeni fisici di grande importanza. E' evidente però che, per quanto riguarda lo strumento di Nobili, data l'unicità di un simile pezzo nella collezione di strumenti del Vecchio Gabinetto di Fisica del Liceo, non solo è comprensibilmente impossibile utilizzarlo durante le ore di laboratorio, ma per di più è assai pericoloso provare a vedere se esso funziona ancora (com'è molto probabile), se non altro perché una simile verifica potrebbe danneggiarlo.